Hamilton alla Ferrari: dalla speranza alla resa? "Sono inutile"
Il debutto di Lewis Hamilton in Ferrari quest'anno è iniziato tra un'ondata di entusiasmo senza precedenti. Dopo anni di successi con la Mercedes, il sette volte campione del mondo ha scelto il team italiano, cercando di aggiungere l'ultimo tassello per riportare la Ferrari ai vertici della Formula 1. L'accoglienza a Londra, con la presentazione del nuovo team e l'entusiasmo dei tifosi, sembrava presagire un futuro luminoso. Hamilton stesso si sentiva "ringiovanito" e la complicità con il nuovo compagno di squadra Charles Leclerc, culminata anche in partite online di scacchi, suggeriva un'armonia perfetta.
Il rapido declino
Tuttavia, la stagione 2025 ha rapidamente smentito queste aspettative. Mentre la McLaren si è affermata come una forza dominante, le prestazioni della Ferrari sono state deludenti. A metà stagione, il bottino della scuderia di Maranello si limita a una vittoria di Hamilton nella Sprint Race in Cina e ad alcuni podi di Leclerc. Team come Mercedes e Red Bull, pur non dominando, vantano almeno una vittoria nel Gran Premio.
Il vero punto di svolta, però, è stato il drastico calo di morale di Hamilton. I suoi commenti a Budapest, in cui ha ammesso di sentirsi "assolutamente inutile", hanno segnato un momento cupo per il pilota britannico. "Forse devono cambiare i piloti", ha dichiarato Hamilton dopo essere stato eliminato in Q1 in Ungheria, una sessione in cui Leclerc ha conquistato la pole position. Queste parole, pronunciate da un pilota con un contratto multimilionario e un palmarès eccezionale, hanno lasciato interdetti molti, incluso il presidente della Ferrari, John Elkann.
Il suo 12° posto finale in Ungheria non ha migliorato il suo umore, con dichiarazioni criptiche su "cose che accadono dietro le quinte" e un "speriamo di tornare" per il Gran Premio d'Olanda. Nonostante Hamilton abbia più volte ribadito la sua concentrazione sul 2026, anno in cui sono previste nuove normative tecniche, il suo attuale stato d'animo e le sue prestazioni non lasciano trasparire la fiducia necessaria per affrontare questa sfida.
La delusione di Leclerc
Anche Leclerc, nonostante una pole position eccezionale, ha vissuto una gara difficile, con un marcato calo di prestazioni verso la fine. I suoi messaggi radio, carichi di frustrazione per la perdita di competitività, sono diventati un ritornello familiare per i tifosi Ferrari. "Stiamo perdendo così tanto tempo", "È incredibilmente frustrante. È un miracolo se finiamo sul podio". Nonostante le sue critiche via radio, Leclerc ha poi fatto marcia indietro in conferenza stampa, attribuendo parte dei problemi a un problema al telaio, un copione che ormai si ripete con una certa frequenza.
L'eredità di Hamilton e il futuro
I commenti di Hamilton in Ungheria sono stati allarmanti. Toto Wolff, ex team principal di Hamilton alla Mercedes, ha definito le sue dichiarazioni come "Lewis che mostra il suo cuore", riconoscendo la sua tendenza a essere estremamente emotivo quando le aspettative non vengono soddisfatte. Già la settimana precedente a Spa, Hamilton aveva espresso la sua determinazione a non ripetere gli errori di altri piloti leggendari alla Ferrari, rivelando di aver fornito documenti al team per evidenziare le aree di debolezza.
Eppure, le ultime due gare sono state tra le peggiori per Hamilton con la Ferrari. I paragoni con Fernando Alonso e Sebastian Vettel, che vinsero fin dal debutto e accumularono numerose vittorie, sono inevitabili. Nonostante Hamilton abbia ammesso che passare alla Ferrari è stato un cambiamento significativo rispetto alla Mercedes, con differenze sostanziali nell'approccio ai dati e alla strategia, le sue prestazioni attuali sollevano interrogativi sulla sua capacità di adattamento.
La visita a sorpresa alla Mercedes a Spa, poco prima di Budapest, per incontrare vecchi colleghi e dare supporto al giovane Kimi Antonelli, è stata interpretata da alcuni come un segnale di smarrimento. Sebbene Ferrari non mostri pubblicamente preoccupazione, con Vasseur che afferma che Hamilton è "frustrato, ma non demotivato", le sue parole e le sue prestazioni a Budapest mettono in dubbio la sua convinzione di poter vincere con la monoposto italiana.
La domanda cruciale ora non è più se la Ferrari potrà fornire a Hamilton un'auto vincente nel 2026, ma se Hamilton stesso si ritenga ancora un pilota capace di vincere con essa. Questo, forse, è il problema più preoccupante per la Scuderia.